sabato 17 dicembre 2011

dente perdente

Non lo so, e' possibile, si, forse, preferisco ammetterlo, nel caso fosse vero: il mio sarcasmo, la mia avversione nei vostri confronti era anche in parte invidia. Un'invidia debole, da debole, codarda. Il vostro essere cosi' sicuri, solidi, cosi' uniti nelle vostre divise, il vostro sentirvi cosi' singolarmente in tanti, il vostro piglio, quello di chi sa di essere nel giusto, i vostri dettagli curati, la vostra gloria da naturali vincitori...quelli del "cosi' si fa' "

voi, voi sapete di esserlo, quelli a cui mi riferisco, tu, che conoscendomi un po' sai che sto parlando anche di te.

Stupidi Disonesti. Adesso finalmente posso smettere di invidiarvi, non vorrei essere al vostro posto, non lo sono mai stato, in piazza nel paesino, seduti sotto l'ombrellone biancoblu, con i manifesti attaccati al furgoncino parcheggiato in deroga alle righe blu sull'asfalto, ancora una volta, traditi, a tradire gli altri, piccoli ciarlatani pure voi, come il vostro pigmalione. Vi ho visti oggi, anche oggi, e un po' mi meraviglio, che pena, non e' il vostro immaginario, quelle robe lasciatele ai perdenti come me, continuate a glorificarvi nelle vostre cattedrali, i soliti grandi spazi allestiti in lussuosi alberghi. Ironie che vi sfuggono, voi della "casa"...in albergo...a ore ! Vabbe', mie elucubrazioni, lasciamo perdere.
Adesso che, dovendo e volendo, non potete ammettere, che cosa lo sapete benissimo voi, cretini, voglio infierire: ammetto per primo io, ecco l'ho gia' fatto.

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