venerdì 30 dicembre 2011

chi non muore si rivede

Si.
E' un po' che non sento nessuno, uno dei miei soliti periodi, probabilmente anche a causa dell'appartamento nuovo, solo e indipendente.
Poi e' un paio di giorni che non sto proprio benissimo, oddio,
"benissimo" non ricordo di esserlo mai stato, il solo pensare a "come sto" non mi fa star bene gia' di suo.
Comunque peggio del solito, fiacco, con una specie di fiatone continuo, come dopo aver mangiato troppo, poi 'sto caldo.
Nulla di cui preoccuparsi veramente, qualcuno mi chiamera' a breve per una pizza o una roba del genere, sono un po' affezionato al mio orgoglio,con il telefonino sono quasi ubiquo, sparisco quando voglio, controllo chi mi cerca...
Non e' cosi' sbagliato, una forma eccessiva di leale discrezione ? Forse.
E' anche vero che quelli come me non hanno molte altre possibilita' di mantenere vivo un certo interesse, rischio sempre di passare da anonimo a pesante.
Si, dovrei dimagrire, anche, ormai oltre che un problema di salute ( vado per i q-u-a-r-a-n-t-a-q-u-a-t-t-r-o anni !!! che numero improbabile) e' anche una questione di autostima, cosi' non mi sopporto piu'.
Seee, illusioni e autoindulgenze.
Invece di stare a pensarci, voglio stupirmi, faccio un giro in bici ! Anche se sara' sgonfia e mi tocchera' di partire gia' sudato per gonfiarla, con quel rudere di pompa che non mi ricordo neanche dov'e'.
Oy ! pensavo fosse piu' caldo al sole, si sta addirittura bene, poi non e' mica sgonfia, e non mi sembra neanche di fare la solita fatica, come se la bici andasse da sola, mossa da una forza misteriosa, onirico. Dai vala' che non sono messo cosi' male, non saro' "uno splendido 40enne" come Moretti nel film in vespa con quel metro avvolgibile...
Un altro dei miei orgogli giovanili che tutt'ora coltivo e' la mia "trasparenza" al traffico, mi piace assecondare mie traiettorie ben preventivate ed eseguite con fisica eleganza cinetica, vabbe' dai, adesso non ho voglia di spiegarmi, e' gia' chiaro cosi': sta a vedere come ti attraverso la strada e l'incrocio con la rotonda in massima efficacia energetica
e senza che nessuno debba curarsi di me.
Cartelli, righe bianche, convenzioni, non per me, io sono il ciclista intelligente, non obbediente.
Eh ? Sembra tutto affidato al caso ma e' pura progettazione.
OK, sto' un po' esagerando, per rendere l'idea, come se non ci fossi mai passato, nessuno che abbia dovuto frenare o comunque considerarmi, trasparente al traffico, appunto.
Adesso mi fermo qui al cartellone dei manifesti dei morti, tappa usuale, un altro piccolo "esercizio" non solo un'abitudine.
Come che se tenendone sotto controllo le "gesta" potessi in qualche modo impedirle di occuparsi di me, ancora, anche questa volta, almeno fino alla prossima, o per un altro po'.
Tipo losoloso, mi aspetti, arrivo, ancora un attimo, finisco una roba qui.
Tipo che vedi i caramba e allora tu non rallenti troppo, solo un po' e li guardi fisso; no, non troppo, con un atteggiamento che vi ho visto, non sono in regolissima ma so il fatto mio, non sono uno di quegli ingenui o pericolosi guidatori che fermate di solito.
Infatti in genere cosi' non ti fermano, li hai visti tu per primo .
Sembra funzionare, sai quanta gente e' gia' morta piu' giovane di me ? 
Che effetto strano: e' morto un mio omonimo, non solo di nome, anche di cognome, l'altro ieri.
quarantatre anni, un anno in meno di me...cazzo !
Sono un po' spaventato, si e' ridicolo ma e' cosi'. Devo ammetterlo.
Lo sarei meno se potessi pensare ad una causa a me incongrua, paracadutismo, lavoro pericoloso... oppure una cretinata che io mica sono cosi' stupido ! ecchecazzo ! certa gente se lo merita !
stara' male dirlo, ma lo pensiamo tutti, noi normali, no ? 
Ma qui non dice nulla in merito "scomparso prematuramente" (e' gia', anche a novantanni scriverebbero cosi')
"...ne danno il triste annuncio"..."i figli, gli amici" bla bla bla... Amen.
Cosi' potrei benissimo essere io: Che pensiero scomodo.
Poi ve' ! c'e' una foto che adesso che mi sono suggestionato mi assomiglia anche, si un po' peggio, un po' piu' grasso, ma sara' anche la posa, cosi' ci assomigliamo tutti noi anonimi, e' una di quelle foto scattate un giorno qualsiasi in un momento qualsiasi.
Quando usavamo ancora i rullini era una di quelle per finirlo, tipo la 26 la 27, che poi non veniva tutto perche' era l'ultima e aveva quella parte tutta rossa, sfumata, (o era blu?)
che la foto poi la mettevi in un cassetto di robe perse, non nell'album, che non era mica venuta bene, ma tanto era l'ultima, e non te la facevano neanche pagare, la stampa. 
Ne ho anch'io di foto cosi', anzi adesso che ci penso ne ho una che e' praticamente U G U A L E.
Dopo a casa la cerco, non l'ho piu' vista in giro. 
Non ci pensiamo mai mentre ce la scattano che sara' quella li', proprio quella che faranno ristampare con le 2 date dietro, una cinquantina di copie, "si basteranno..."
VOI !!!
Io ci penso, ci ho gia' pensato.
Mi sa che e' per quello che non mi piaccio quasi mai in foto, si vede che ci sto' pensando, devo imparare una posa universale ben studiata per apparire naturale, o almeno normale, non dico figo
ma che almeno mi ci possa riconoscere per come mi immagino di essere.
Sta cosa mi ha stortato, torno a casa.
Il giro in bici non ne ho piu' voglia.
Poi magari per stavolta chiamo io, chi non muore si rivede.
O almeno richiama, prima che sia troppo tardi.

giovedì 29 dicembre 2011

self service

L'alibi che uso e' quello degli orari, la probabile verita' e' che preferisco evitare quel minimo di socializzazione di circostanza che sento dovuta con il benzinaio di turno.
Non so quasi mai rispondere alle domande che mi fanno, non e' che posso rispondere "guardi lo chieda al prossimo cliente" non saprei, dovrei pensarci.
se e' caldo, se e' freddo se piovera' se c'e' la crisi, se le interessa davvero mi lasci il numero, e' bizzarro ma la richiamo, oppure magari la prossima volta, si insomma
le faro' sapere. Che poi non credo ci tenga veramente alla mia opinione, oppure si ? magari ci tiene abbastanza da barattarla con i 20 euro di nafta che mi ha sgocciolato nel serbatoio oltre che sulla carrozzeria e in terra. Non credo, non mi e' ancora capitato, anzi: Sono rimasto a piedi alcune volte con diversi mezzi, ecco, fossi piu' affabile, magari a casa ci arrivavo.
Sia come sia devo fare le mie solite 20euro di nafta, un selfservice disinvolto, solitario e notturno. Dopo devo azzerare per tenere il conto dei kilometri, se non la tengo a bada mi consuma troppo.
Prima non c'era, quando e' arrivata ? l'altra macchina e' un modello diverso, lucido. Sembra strano vederla ferma, bisognosa di carburante. Della mia ci si potrebbe stupire che si rimetta in moto, ma quella ragazza ha una bellezza cosi' intima che pare strano debba fermarsi e scendere per una qualsiasi esigenza. Poi cammina per terra, non ha bisogno di tacchi per toccare il suolo, e' bello vedere un angelo alieno alla mia altezza, dovrebbe essere padrona del mondo invece pare nervosa, cos'e' in fuga ? boh, avra' fretta.
io no, ne approfitto per rimanere, simulando attivita' accessorie che mi consentano comunque di osservarla. Che figura ! se ne e' accorta, adesso arriva e mi chiede cazzoguardiquellicometenonlicagopari.
Scusa ? senti hai 10euro da cambiarmi ? le mie sono troppo nuove non me le prende
...si ... prova con queste
mmh
MA NO FESSO !, NO. "no mi dispiace ma forse posso aiutarti fammi provare" cosi' dovevi dire, sei lento, adesso le prende, fa benzina, va via e non la vedrai mai +.
si perche' se l'aiutavo con le sue, si innamorava perdutamente di me e del mio sexappeal da esperto di selfservice e mollava il suo fighissimo fidanzato con un veloce sms.
E' dagli anni '70 che Jackson Brown canta che deve essere la "bambina di qualcuno", non tu ! Qualcuno.
Sara' figo ma non deve farla stare troppo bene, rischiare di mettersi a piangere perche' il coso li' non prende neanche le mie, quando fanno cosi' mi innamoro subito.
non prende neanche le mie ?
ne ho una da 20, proviamo con questa ?
??? proviamo ??? cos'e' 'sto plurale complice ? l'hai vista ? a una cosi', bene che vai, sei trasparente, lascia perdere.
mani nervose, gambe agitate, occhi lucidi, denti sulle labbra, non dovrei vederli, io sto attentamente preparando la banconota con fare esperto, piego, stiro, dettagli intimi.
fatto, l'ha presa !
3 ?
sei un po' storta, prova prima se il tubo ci arriva...
il tappo, si dammi, te lo tengo io, ok ? ce la fai ?
bene, vado ? click.
EROTOMANE !!! volendo potresti anche vergognarti, un classico della pornografia, la ragazza sexy, la pistola infilata nel buco del serbatoio...
complimenti, che sofisticate allusioni, te poi ! con il tuo fisico, a quale titolo ti illuderesti di partecipare a queste fantasie ?
Fatto ?
il tappo, ops, scusa
...
gli occhi, !!! l'hai - guardata - negli - occhi !!!
...
si. Mentre le hai toccato la mano per passarle il tappo che non cadesse, involontariamente...
sicuro ?
gliela molli la mano o la tieni per dolce ricordo ?
ma e' lei
si ma se non molli...

freddi ronzii elettrici, neon tremolanti, rumori lontani attutiti dal buio, una vertigine.
odora di pane tiepido, dolce e salato, buono.
il mio corpo e' un unico sensore, sono improvvisamente bello, sicuro di me.

siamo abbracciati e adesso ?

uno scatto, occhi bassi, sorrisi nervosi, uno schiarirsi di voci, in silenzio forzatamente naturale, sospeso e sorpreso.

Scusa.
Non ho i 20, i 20 euro, ho i 10 ma...
va bene, va bene, a me va bene, non devi scusarti, piuttosto io, non so...cioe'...hai bisogno ? 
No no no, te li faccio avere...ti telefono, dammi il numero come ti chiami oppure non so abiti qui come possiamo...
no no va bene, mi ha fatto piacere, non devi sentirti in imbarazzo, mi sa che ne avevo bisogno anch'io, capita a tutti di rimanere in riserva, voglio dire non solo di benzina...
anch'io ero quasi a secco, se no mica ero qui, da solo, a quest'ora, giusto ?
si ok, vabe', insomma...ciao, scusa, Giulia ! piacere ?
si, Luca ! ciao, piacere di, di averti, di averti cono...abbracciata ! si ecco, davvero guarda...ok, scusa, sono un po' sudato, ero...vabe' dai niente, non...
Ciao.
Ciao.

che silenzio la botta dello sportello, il rumore della macchina ha svegliato i grilli, prima non li sentivo, ma che ore sono ?

incredibile !!! fata roba, questa puoi fare a meno di raccontarla, a meno che non vuoi guadagnarti una nuova reputazione da pallonaro.

Ti fermi perche' sei in riserva di nafta e invece scopri che sei in riserva di abbracci, di sentimenti, e non solo tu, come se avessimo tutti la spia rotta
siamo a secco e non ce ne accorgiamo, non fino a quando rimaniamo a piedi, a quel punto c'e' poco da fare, hai bisogno di un rifornimento, 
il selfservice potrebbe non funzionare, orgoglioso, a volte e' meglio un umile benzinaio.

mercoledì 28 dicembre 2011

Scusi, per casa mia ?

Per arrivarci, in piazza, basterebbe chiedere, ma la probabile assenza di donne disponibili fa optare per un'altra scelta, seguire intuitivamente un percorso disegnato strada facendo, quasi sicuri di arrivare, per la piu' percorsa se non per la piu corta.
In auto e' un caos stupido, ma a piedi il centro storico e' piccolo, superata con attenta distrazione la zona di palazzotti dalla modernita' tradita, alberi imprigionati in vasi sotterranei nascosti da colate di cemento e negozi di prossima chiusura, si attraversa in meno di mezz'ora, compresa una piccola pausa per un'occhiata veloce a quel paio di scarpe sexy studiate con morboso desiderio da quella bellissima ragazza, alta, dal profilo entusiasmante, esaltato da tutte le parti del vestito che un noto, malizioso e abile stilista le ha evitato di indossare.
Assediato da una cintura di parcheggi, dove e' saggio pur se poco virile abbandonare l'auto ad un destino incerto, il reticolo di strade viottoli e porticati accompagna con una certa discrezione, di fatto e' quasi impossibile perdersi, a meno che non lo si riconosca. Al termine del percorso appena dimenticato, che non sara' facilmente ripercorribile a ritroso, la piazza cede quasi meta' della sua superficie per un parcheggio asfaltato che ha avuto la meglio su tutto, con l'unica eccezione del mercato del sabato mattina. In quello che era il centro geometrico del rettangolo di ciotoli, una fontana a base ottagonale sembra dover fare da fulcro per una improbabile rotazione dell'intero paese, tale e' la sua apparente robustezza. Tutto lo spazio libero termina bruscamente a ridosso della maestosa parete di un antico edificio reso vecchio e malandato da una infinita serie di "moderni interventi di consolidamento" chiamato curiosamente dai locali con un nome femminile: La Rocca. Nel lato opposto un porticato tozzo e altrettanto elegante protegge dalle leggere piogge autunnali una serie ordinata di portoni progettati per non essere mai aperti. L'unico accesso assennato e' effettivamente quello scelto, ma in poco tempo ci si accorge che non si e' arrivati, questa e' la sala per le cerimonie, le poltrone hanno il lacero foglio trasparente di protezione e tutto e' in rassegnata attesa di un qualche, pur triste evento. Non che me ne fossi dimenticato, ma 25 anni fa, quando ero giovane e principe, non era qui che osservavo la gente dall'alto della mia panchina, rimuginando felici tristezze, nell'attesa di scorgere il suo profilo che appariva tra la folla per venirmi incontro. La vera piazza, quella viva, di consumata bellezza, e' in realta' l'intersezione allargata di 4 vie e un viottolo coperto, non molto lontano da qui, anzi vicino. Ci si puo' arrivare da piu' parti ma il modo che preferisco passa dalla via sorella a quella di arrivo, anche perche' e' leggermente in discesa. Nella direzione giusta, una parata di vetrine sul lato destro, in contrasto con l' alternanza di luci e ombre del porticato opposto. Ancora scarpe, orologi, indumenti indossati con tranquilla disinvoltura da personaggi che ci osservano non curanti del nostro passaggio, a cui invidiare tutto. Una possibile deviazione verso un piccolo cortile circondato da pareti ignare del concetto di ortogonalita', induce una sosta dubbiosa, probabilmente anche a causa del fatto che vi si puo' osservare un piccolissimo cielo, e un balcone la cui totale inutilita' deve averlo reso indispensabile alla compiutezza estetica del progetto del locale, dove si potrebbe accedere facilmente con un minimo di agilita' felina. Alcune finestre sono disposte in modo da non far pensare a nulla di preciso, solo una, con gli scuri aperti, offre un'accogliente visuale panoramica sullo studio dell'appartamento in centro dei miei sogni, infatti e' ordinatamente arredato. L'ultimo tratto lo si percorre accorgendosi di rallentare, o almeno desiderandolo, anche perche' la destinazione appare vicina, e lo stesso porticato che prima appariva invitante adesso sembra un po' troppo opprimente, quasi claustrofobico, sicuramente a causa dell'abbassamento delle arcate, dell'aumento repentino della discesa e della quasi totale mancanza di ulteriori possibili deviazioni. il disagio appare poi eccessivo quando, superato l'ultimo arco, ci si accorge che la punta acuta del campanile alza il cielo virtualmente all'infinito. La destinazione, raggiunta, sembra rivelarsi una partenza, uno spavento. Da qui sembra possibile qualsiasi ulteriore direzione e destinazione se non fosse che nel frattempo credo proprio di essermi perso.

lunedì 26 dicembre 2011

Titol(g)o

Non ci si fida di nessuno, orgogliosamente, quando si e' dovuto imparare a non fidarsi di se stessi. E lo so bene, troppo per ammetterlo. 
Lo stesso orgoglio che ho dovuto estirpare dall'anima, lacerandola a mani nude per lasciare che mi aiutassero a costruire quella ringhiera, necessariamente robusta e alta.
Perche' passato presto il precario entusiasmo, ad ogni occasione di noia, quella bolla scura che dal fondo magmatico risale turbolenta alla superficie, provvisoriamente calma e piatta, ti ci accompagnera'. Come un vizio suadente, l'ennesimo tributo da pagare a quella macchia pervasiva di goccia d' inchiostro di disperazione, il debito inestinguibile.
La forza di arrampicarsi e' esaurita, ti ci appoggi, sconfitto, come se potessi pensarne qualcosa di nuovo, di quello strapiombo che guardi infinito, dove sei e hai voluto cadere molte altre volte, una di troppo, la prima.
Un tuffo sgraziato, un volo di pieno silenzio, un'accelerazione esaltante, un orgasmo sparato direttamente nel cervello, nel nocciolo dell'anima, un lampo di accecante bellezza nella tua immaginazione, un bacio in bocca alla morte, femmina totale, scopata a occhi negli occhi spalancati, poi una virata iperbolica, l'implosione felice dell'universo, lo possiedi onnipotente !
Dio ! Dio ! Dio !!! ... meravigliosa consapevolezza d'io.

il fondo e' cieco, non ti vedi le mani, una carcassa malata, vuota, deve risalire un muro di fango freddo, macerie, ricordi, rimorsi, colpe, paure, sporco.
mai, mai, mai + punto.

"mi vuoi lasciare ? ma noi ci amiamo, e tu lo sai no ? Ciao, alla prossima, povero stronzo ! che pena, non sai stare senza di me, non per molto. Adesso puoi stare tranquillo, se non ti vedo per un po', ti chiamo io, vedi come ci tengo a te ? Sei cattivo, cattivo, cattivo. Ma io ti perdono, ricordatelo: solo io lo faccio, sei mio."

Dall'ultima volta, non e' piu' successo, la ringhiera sembra tenere, ma non e' vero che non ci pensi piu', di saltarla.
Con l'atletica energia di chi invece ha saputo, meritata fortuna, costruirsi un paio d'ali, o forse solo lasciarsele crescere, cucciolo affettuosamente aiutato, giovane allenato con determinato coraggio, adesso ci vola, con regola disciplinata puo' farsi accarezzare dalla felicita', sfiorarla, libero sopra a quello stesso vorticoso strapiombo, puo' osservarlo, una visione d'insieme che non sai immaginare, per te al massimo era un lontano buco di luce lontana, luce che comunque non ti arrivava.

Eppure mi sono salvato, arrendendomi ho vinto, adesso sto meglio, non bene, meglio, non felice, contento.
il cucchiaino lo uso solo per il gelato, nient'altro, il caffe' ho imparato a berlo amaro, vero, una medicina che so farmi bene, caldo e denso, surrogato d'amore erotico.
il limone lo so mangiare a morsi, oppure spremere nell'acqua da bere a fine pranzo, come una pozione acida contro la noia.
l'elastico adesso me lo legano loro, periodicamente, ma i miei gesti erano di gran lunga piu' eroici, solenni. il mio sangue esce nero, non mi stupisce, ne ho giacimenti infiniti, alla luce della finestra con le righe di plastica, tradisce una trasparenza rossa, come un buon bicchiere di vino illuminato dal sole al tramonto, si, ci metto piu' acqua che vino, e' un trucco che ho imparato per ingannarmi, voglio imparare a volermi bene con tollerante amore materno.

domenica 25 dicembre 2011

ipse dixit

Married To The Bass
By Robin Meloy Goldsby | September 2005

Okay, Ladies, listen up. Bass players make great husbands. There is no
scientific data to support my claim, but having worked my way through the
rhythm section, the technicians, and a handful of brass, reed, and string
players, I'm a qualified judge.

First, consider this. A man who plays an upright bass is strong. He lugs the
instrument around, carries it up steps, slides it in and out of cars, and
maneuvers it through large crowds of people. If you marry a bass player you'
ll be getting a physically fit husband. Okay, there is the occasional back
problem. This crops up two or three times a year-usually when you want him
to move your grandmother's walnut armoire or need him to stand on a ladder
and drill a hole in the ceiling. But you can cope with such minor
inconveniences by calling a muscular clarinet player who is handy with a
power drill. Good luck finding one. Here's the thing: When your bass player
is pain-free, he's as strong as a bull. He has to be in order to make the
gig. And he might even throw you over his shoulder and carry you over the
threshold every so often, just because he can.

Next, ponder the shape of the upright bass. It's shaped like a woman. A bass
player knows about bumps and curves-he even likes them. He has dedicated his
life to coaxing beautiful music out of voluptuous contours. He'll do the
same for you. Just don't marry a stick-bass player, unless you look like
Kate Moss or intend to spend the rest of your life eating lettuce.

Examine the bass player's hands, especially when he's playing a particularly
fast passage. Now imagine what those fingers can do to you. Enough said.

A great bassist is an ensemble player, a team member who executes, with
confidence, a vital role in any band with the strength of his groove, the
steadiness of his rhythm, and the imaginative logic of his harmonic lines.
This doesn't just apply to the bassist's music. It also applies to his
outlook on life. A bass-player husband will be loyal, true, and interesting,
and will help you emerge from life's challenges looking and sounding better
than you ever imagined. If you're in a bad mood, don't worry. He'll change
keys. On the other hand, if you marry a pianist, he'll try to arrange
everything and then tell you what your disposition should be. If you marry a
guitarist, he'll try to get ahead of you by analyzing your temperament in
double-time. If you marry a drummer, it won't matter what kind of mood you'
re in because he'll just forge ahead with his own thing. A bass player
follows along, supports you, and makes you think that everything is okay,
even when the world is crashing down around you.

There are some minor drawbacks. You need to have a house with empty corners,
especially if your husband owns more than one upright bass. I know, you have
that newly reupholstered Louis XV chair that would look fabulous in the
corner by the window. Forget it-that's where the bass has to go. You can
come to terms with these trivial decorating disappointments by reflecting on
the sculpture-like quality of the instrument. Even when it's silent, it's a
work of art.

If you have children-and you will, because bass players make great
fathers-your most frequently uttered phrase will be "WATCH THE BASS!" You
will learn how to interject this phrase into every conversation you have
with your children. For instance: "Hello, sweetie, watch the bass, did you
have a nice day at kindergarten? We're having rice and broccoli for lunch,
watch the bass, do you want milk or water to drink?"

You will be doomed to a life of station wagons, minivans, and SUVs. You
might harbor a secret fantasy of zooming around town in a Mazda MX5
convertible, but this will never happen unless you go through a big messy
divorce, give your bass-player husband custody of the children, and marry a
violinist, which would be no fun at all. Better to accept the hatchback as
an integral part of your existence and get on with it.

Your bass-player husband will know the hip chord changes to just about every
song ever written in the history of music. This is a good thing. Just don't
ask him to sing the melody. He might be able to play the melody, but he won'
t sing it-he'll sing the bass line. And, if you happen to play the piano, as
I do, don't expect him to just sit there silently and appreciate what you
are playing without making a few suggestions for better changes and
voicings. He'll never give up on trying to improve your playing. But that's
why you married him in the first place. He accepts what you do, but he
pushes you to do it better.

If you marry the bass player, you marry the bass. Buy one, get one free.
Your husband will be passionate about his music, which will grant you the
freedom to be passionate about the things you do. You might not worship the
bass as much as he does, but you'll love the bass player more every day.

sabato 24 dicembre 2011

Non vado molto d'accordo con le persone con cui non riesco a litigare.

ma sto imparando a giocare d'anticipo, esempio: Siamo un gruppo di tipi e tipe, facciamo in un bar, alcuni si conoscono altri no, magari nonostante la mia scostante stronzaggine, qualcuno vuole presentarmi a qualcun altro e cosi' sia. punto. Ovviamente ci si aspetta un minimo di dialogo, solite chiacchere, riesco a mantenere l'amicizia del presentante evitando di esprimermi troppo chiaramente col presentato, e ci siamo quasi riusciti, poi succede che magari per vincere l'imbarazzo qualcuno tira fuori un carismatico pacchetto di sigarette e parte la cerimonia del "cool", (che a dire il vero invidio molto) e mi si offre una paglia chiedendomi "fumi?" (sorrido) rispondo " No grazie, io esprimo la mia stupidita' dicendo cose inopportune e sopra alle righe" .punto. E' difficile poter essere sbagliati e sinceri, meno male che C 6 tu.

venerdì 23 dicembre 2011

ma neanche morto.

...adorava le cerimonie, matrimoni, inaugurazioni, funerali, era affascinato dalla solennita', ovviamente doveva sempre usare piccoli stratagemmi, "sono un lontano parente della sposa" ai parenti dello sposo, e viceversa. Non gli mancava una certa abilita' per questi trucchi, capire al volo i possibili gradi di parentela degli sconosciuti, ricordare nomi e cognomi...esperienza maturata da necessita'. Quello che gli mancava era di non essere mai "lui" il motivo della cerimonia, ovviamente non poteva sposarsi per questo, nessuna donna si sposerebbe mai per un motivo cosi' ragionevole, l'unica cosa che poteva fare era preparare accuratamente il suo funerale, immaginandolo e lavorandoci meticolosamente, si potrebbe quasi dire che viveva per quell'idea, il progetto finale, il riscatto da interprete principale dell'eterna comparsa.Ma non fu come aveva sognato, mori' pochi giorni prima della cerimonia, non pote' parteciparvi come immaginava...e forse e' stato meglio cosi', ne sarebbe rimasto deluso, una cosa mesta, doverosa, procedure consolidate, anonime, un paio di carte timbrate, un furgoncino grigio metallizzato, un po' di calce, qualche pietra...quasi tutti gli sconosciuti di cui conosceva benissimo nomi e parentele non erano presenti, forse altri impegni, altre cerimonie...

giovedì 22 dicembre 2011

full of women, fool of life

Ospite tollerato per abitudine conformista, abito, appunto, con 3 femmine in diretto rapporto di discendenza, una situazione non cosi' inusuale, che tende a rigenerare se stessa, un maleficio da streghe, 6 in tutto: una nonna, due madri, due figlie e una nipote. Ho imparato quello che ho sempre intuito, anche prima di averne esperienza, pura osservazione ragionata, quello che era meraviglia e stupore.
Si impara, per istinto di sopravvivenza, a evitare gli errori peggiori, chiedere spiegazioni per l'implausibile, voler dare un senso compiuto ad una qualsiasi discussione, prendere isterici sfoghi per stimolanti provocazioni dialettiche, aspettarsi reciproca e onesta lealta' intellettuale...robe cosi'.
E' che non te lo perdonano, mai + ! Se le tratti con ragionevolezza e comprensione non te lo perdonano, e' un affronto beffardo, si vedono costrette a impegnarsi in qualcosa per dimostrare di essere, come naturalmente sarebbero, "migliori". Come caXXo ti permetti di sforzarti di non essere "l'uomo di una volta" ? Quello che mi faceva fare cosi' eroica e splendida figura ? Con uterina naturalezza, isterica appunto.
Che poi non ho ancora imparato cosi' bene, costretto da assordanti silenzi, sono qui, fastidioso, che ne scrivo.

mercoledì 21 dicembre 2011

a(p)punti, appunto.

punto uno: cominciare a prendere nota delle cose da fare e di quelle fatte, per darsi una miglior organizzazione e gratificazione.

punto due: perdere la pessima abitudine di non portare a compiuto termine le proprie intenzioni, abbandonandole  per pigra distrazione

punto tre: tenere un p

martedì 20 dicembre 2011

a morte il suicida !

Questi per la vita: perfezione draconiana, il male sconfitto, eliminato, eliminabile ! a qualsiasi costo, la guerra, e vincere per la vita ! e pena di morte per chi la oltraggia senza alcun rispetto: primi, i suicidi, poi tutti gli altri. Delirio della paura, violenza compulsiva.
Tragedie ridicole.

lunedì 19 dicembre 2011

rigurgiti acidi, peti, rutti e altre volgarita' dallo stomaco del paese in putrefazione.

contratto con gli italiani, mi conSenta, fininvest, una banca costruita intorno a te, publitalia, mediaset, il governo del fare, i nostri competitor, il trend, marcheting, brending, autsorsing, popolo della liberta', forza italia, questo e' il paese che amo, banca, assicurazioni, borsa, azionisti, s.p.a., padania, lega nord, alleanza nazionale, consiglio di amministrazione, noi amiamo silvio, meno male che silvio c'e', sconfiggeremo il cancro, noi amiamo loro odiano, le sinistre, il premier, aboliremo l'ici si avete capito bene, i giudici mentalmente distrurbati,  i coglioni che votano contro il loro interesse, la niutauvn, mediashopping, pagine utili, una storia italiana, un presidente operaio, siamo per la famiglia naturale, bisnes, fatturato, uSo criminoSo, la praivasi,  il cavaliere, milano 1 2 e tre, corri a casa in tutta fretta c'e' un biscione che ti aspetta, canale 5, italia 1, rete 4, Libero, il contratto di pubblicita' per inserzione, cantieri riuniti milanesi s.r.l., edilnord, umberto bossi, noicelabbiamoduro, mediolanum, programma italia, la discesa in campo, il ribaltone, silvio berlusconi, banca rasini, P2, piano di rinascita democratica, tv sorrisi e canzoni, marcello dell'utri, mara carfagna, possono morire il crocefisso rimane, consigli per gli acquisti, italia uno !, il partito dell'amore, il nostro gruppo non ha mai licenziato nessuno, una grande famiglia, la svizzera, le toghe rosse, cribbio !, la maggioranza degli italiani.

domenica 18 dicembre 2011

(e)voluto

pochi lussuosi treni su poche linee ferroviarie per pochi facoltosi trafficanti, tante cliniche private convenzionate con pochissima etica per pochi facoltosi pazienti e tanti, disperati indebitati morenti, scuole private di nulla per figli di compratori di diplomi,  servizi sociali considerati sprechi a favore di favori a pagamento, strade abbandonate alle naturali rivendicazioni della natura, mostruose centrali energetiche lontane da qualsiasi utente vicine al giardino di tutti gli anonimi sudditi, centri commerciali pieni di tutto frequentati da alieni svuotati di tutto, lussuose banche insediate in misere periferie...non ne ho + voglia.

sabato 17 dicembre 2011

dente perdente

Non lo so, e' possibile, si, forse, preferisco ammetterlo, nel caso fosse vero: il mio sarcasmo, la mia avversione nei vostri confronti era anche in parte invidia. Un'invidia debole, da debole, codarda. Il vostro essere cosi' sicuri, solidi, cosi' uniti nelle vostre divise, il vostro sentirvi cosi' singolarmente in tanti, il vostro piglio, quello di chi sa di essere nel giusto, i vostri dettagli curati, la vostra gloria da naturali vincitori...quelli del "cosi' si fa' "

voi, voi sapete di esserlo, quelli a cui mi riferisco, tu, che conoscendomi un po' sai che sto parlando anche di te.

Stupidi Disonesti. Adesso finalmente posso smettere di invidiarvi, non vorrei essere al vostro posto, non lo sono mai stato, in piazza nel paesino, seduti sotto l'ombrellone biancoblu, con i manifesti attaccati al furgoncino parcheggiato in deroga alle righe blu sull'asfalto, ancora una volta, traditi, a tradire gli altri, piccoli ciarlatani pure voi, come il vostro pigmalione. Vi ho visti oggi, anche oggi, e un po' mi meraviglio, che pena, non e' il vostro immaginario, quelle robe lasciatele ai perdenti come me, continuate a glorificarvi nelle vostre cattedrali, i soliti grandi spazi allestiti in lussuosi alberghi. Ironie che vi sfuggono, voi della "casa"...in albergo...a ore ! Vabbe', mie elucubrazioni, lasciamo perdere.
Adesso che, dovendo e volendo, non potete ammettere, che cosa lo sapete benissimo voi, cretini, voglio infierire: ammetto per primo io, ecco l'ho gia' fatto.

venerdì 16 dicembre 2011

Panem et Circenses

supponiamo che un privato cittadino (di cosa poi si capira'...) abbia un forno, vende pane.
supponiamo che per una coincidenza casuale suo padre, non lo so, tipo un poliziotto,  conosca loschi figuri
supponiamo che questi abbiano soldi sporchi (come se ce ne fossero dei puliti...ma dicono che non puzzano...)
supponiamo che questa organizzazione di loschi figuri intenda cercare di "investirli"
supponiamo che il fornaio sia particolarmente scaltro, con una certa propensione a un tipo di "onesta' " diciamo spregiudicata
supponiamo che gli "investimenti" rendano bene, del resto il pane e' un buon biseness (come dicono loro): si vende come il pane !
supponiamo che gli anni si susseguano, inoltrandosi nella seconda meta' del secolo di queste supposizioni
supponiamo che il forno diventi quindi un'industria, poi un impero, contratti nazionali, esclusive, forniture, grandi opere, migliaia di "posti di lavoro", svariate attivita'  corollarie indotte...
supponiamo che sia logico, grande disponibilita' di capitali significa sbaragliare qualsiasi eventuale concorrenza, significa comprarla, tramutarla in ulteriore elemento di monopolio, prosperare in deroga a qualsiasi regola, anzi, significa contatti a piu' livelli con vari "centri di controllo" di uno stato governato da partiti indecenti votati dagli stessi "dipendenti" o "clienti" dell'impero del pane, che ne controlla ormai ogni elemento della vita quotidiana, ci lavorano, lavorano per, grazie a...l'impero impera nelle loro vite, una "benevola" provvidenza, come il pane quotidiano, che producono, comprano e mangiano.
supponiamo che necessariamente, il "pane" non sia piu' tale, ormai e' praticamente velenoso, gustoso ma assolutamente non commestibile, la cosa pero' non e' un problema, l'impero ha in gestione tutti gli organismi "di controllo", passati da pubblici a privati in concessione, per una "migliore gestione, secondo moderni principi di mercato globale, nello sforzo continuo di superamento di questa crisi mondiale che ultimanente abbiamo subito, pure senza colpe"
supponiamo che non si possa dimostrare nulla di concreto: furti, prevaricazioni, truffe, manipolazioni disoneste, tutto quello che e' fisiologicamente congeniale a un tale impero, tutto quello che ne e' di fatto costituente
supponiamo che uno degli effetti collaterali di queste supposizioni sia una sorta di collasso del sistema stesso, colpevolmente ignaro di concetti quali l'inesistenza del moto perpetuo e della crescita infinita,  roba da fisici, ma qui ormai sono tutti proletari, consumatori, pubblicitari, master in marketing business models, service consulting, financial branding, cavalieri del lavoro e disoccupati con regolare contratto a tempo indeterminato.
supponiamo che il fornaio e il suo impero siano in una situazione disastrosa, non potendo crescere oltre, non possono far girare ulteriormente la "ruota della fortuna" (della quale controllano il perno, chiamala fortuna !) praticamente un Ponzi che non puo' piu' farsi affidare capitali per pagare le impossibili rendite promesse e avere sempre denaro (non suo) da spendere, la piramide resta in piedi solo grazie alla sua peculiare assimmetria, e solo se cresce continuamente.
supponiamo che il fornaio sia ormai in preda al panico, alcuni dei suoi "finanziatori" della prima ora sono anche suoi creditori, ma anche collaboratori...
supponiamo che capiscano benissimo che farsi la guerra non convenga a nessuno, anzi, esperti strateghi, di nuovo alleati si rendono conto che possono fare un passo ulteriore, forse mai sperato ne' tanto meno auspicato, non era necessario. prima, adesso e' l'unico possibile: al governo !
supponiamo che la medesima struttura imperiale che fino a quel momento vendeva a tutto il paese velenosissimo "pane dell'antico mulino del corso", complici politici, partiti, cittadini vari a vario titolo, anche inconsapevoli ma non meno colpevoli, si scopra pronta a un glorioso, apparentemente democratico "colpo di stato", nel paese che ama
supponiamo che tutto "vada per il meglio" e come potrebbe andare diversamente, ormai l'impero e' come un papa' cialtrone e violento, amico e nemico di tutti alla bisogna, e i suoi figli gli sono ormai tutti degni eredi, e non possono e non vogliono fare a meno dei suoi regali rubati.
supponiamo che la seconda meta' dell'ultima decade del secolo in questione passi...
supponiamo che passino anche una decina d'anni nel secolo nuovo...
supponiamo che il papa' fornaio non sia immortale (?) come se la caveranno tutti i suoi figli avvelenati e viziati ? abbandonati in giro per la loro "casa", "liberi" di e da tutto ? E gli amici nemici del babbo ? impossibile gestire la disastrosa sciagurata eredita' senza di loro...
e al circo ormai non ci va + nessuno.

giovedì 15 dicembre 2011

Lei, ad ogni costo

raramente capita, spesso non capita, che passi e si sieda al tuo tavolo un po' instabile, come le sensazioni di quel momento.
Ti ha notato perche' sei arreso, alibi il vino. Puo' sorriderti finalmente, capirti, che non c'e' nulla da capire.
Ti accompagna con lo sguardo dove il tuo orgoglio e' dissolto, potresti parlarle con le mani:  "dai ! balliamo..."  esiti, ma la felicita' non porta pazienza, forse il contrario, esito: se ne va.
La cerchi persa nella confusione,  ma e' come  quel disegno che ti galleggia sfuggente negli occhi, non resta dove guardi.
Non e' raggiungerla, e' cercarla. E come recita il titolo di quel film che non mi ricordo, non costa niente.