domenica 8 gennaio 2012

Da correggere a mano


Dunque, vediamo se riesco a spiegarmi:
Antefatto: Un pomeriggio di autunno, tra Lugo e Fusignano, una pattuglia di vigili urbani di Bagnacavallo dotata di strumentazione autovelox, ci intercetta alla guida della nostra volvo ad una velocita' compresa tra i 70 e gli 80 kilometri orari in un tratto di strada assoggettato al limite dei classici 50.
Posso ricordarlo perche' ho ben presente Laura che non perde l'occasione per criticare duramente la mia condotta di guida della "sua" auto, nel (vano e sleale) tentativo di farmi sentire in maschilissima colpa grave, ben sapendo che lei stessa, in analoghe circostanze, avrebbe guidato in modo del tutto equivalente, ma si sa, la tipica concretezza femminile, consente alle donne di esprimere la loro evidente superiore completezza nei nostri confronti, anche evitando noiose questioni come l'onesta' intellettuale, un altro dei difetti dei quali sanno fare elegantemente a meno.

Qualche mese dopo ricevo comodamente a domicilio il plico postale relativo alla contravvenzione di quel pomeriggio d'autunno, che mi intima di pagare entro tempi ben inferiori a quelli trascorsi tra quella stagione e quella del recapito, l'esoso balzello, unitamente al fornire pronta comunicazione circa l'identita' della persona che era alla guida dell'auto responsabile dell'infrazione del codice stradale, per asseverare la prevista decurtazione di 5 punti dalla relativa patente.

Ecco, dicevo, vediamo se riesco a spiegarmi:
Basterebbe un'onesta valutazione statistica per verificare che in quel tratto di strada, come in moltissimi altri, la velocita' media di circa 75 kilometri orari e' probabilmente uno dei migliori compromessi nella valutazione del rapporto rischi e vantaggi, in quanto mi pare evidente che non sia dimostrato, anzi sarebbe il contrario, alcun eventuale incremento del numero e della gravita' di incidenti pertinentemente riconducibile all'usuale e praticata abitudine generalizzata di procedere a quella velocita', come infatti avviene quotidianamente nella stragrande maggioranza dei giorni in cui non e' presente l'installazione autovelox.
Tanto mi basterebbe per ipotizzare incompetenze, colpevoli inerzie burocratiche e, peggio, strumentali criteri "d'ispirazione" di chi e' preposto a regolamentare in merito, anche senza scomodare le note questioni legali e illegali in cui sono coinvolte amministrazioni pubbliche e spregiudicate ditte complici e compiacenti.
Sulla questione "punti" e' peggio. Uno dei consigli piu' frequenti e' il solito "digli che guidava la tua vecchia zia".
Ma che razza di legislazione potra' mai essere quella che per convenienza personale ti induce alla mendace delazione sociale ? Non mi risulta, almeno per ora, che io, come privato cittadino, debba ricordarmi chi e quando guida la mia auto. In quanto intestatario ne ho giustamente la responsabilita' ma non sono ancora tenuto a rubricare su apposito registro ufficiale l'attivita' del mezzo di trasporto, come suppongo avvenga in altri casi, non analoghi.
Ergo io non ricordo chi e' alla guida della mia auto "istantaneamente", ovvero ne vengo a conoscenza con l'eventuale contestazione da parte di un organo ufficiale nel momento stesso dell'atto, per constatazione oggettiva corroborata da testimoni autorevoli e autorizzati: pubblici ufficiali appunto.
E l'atteggiamento non sembri piu' provocatorio di quello che e', considerata la mia sensibilita' sociale ed estetica, offesa e infastidita dall'odiosa vicinanza concettuale tra l'idea stessa di "punti patente" da recuperare e decurtare con quella dei "punti premio" da centro commerciale, manco fossero una raccolta per un mistificato omaggio nella logica delirante e suicida delle "offerte" promozionali di uno schifosissimo sistema di "libero mercato" ... ok, mi calmo, per ora cercero' di seguire un percorso intelleggibile, trattenendo a stento la valanga di intuizioni che mi travolge.
Anche il fatto che per questo tipo di contravvenzione ne vengano decurtati 5 (cinque) su una ventina di media, e' un'offesa alla logica delle proporzioni, anche qui, non so se si tratti di banale incompetenza o lucido progetto antisociale.
Va da se' che chi puo', senza scrupoli, paga il dovuto con leggerezza, tanto comunque la cifra incide in modo non significativo sul proprio ricco portafoglio e molto probabilmente la lussuosa auto in leasing e' gia' intestata alla vecchia zia di cui sopra, o peggio, a una di quelle essepia criminali e criminogene di cui ormai la nostra idiota societa' e' esclusivamente costituita, e non andava certo ai 75: Per quello che rischia, probabilmente gli conviene arrivare ai 150.
La mia attitudine anarchica, di cui imparo essere al corrente vita vivendo, per mera constatazione con beneficio d'inventario, come si usa dire mutuando l'infelice immaginario aziendale, paradigma impertinente applicato alla nostra completa esistenza in un cretino delirio suicida ... ops, ok ok, devo impormi un minimo di disciplina dialettica.
La mia attitudine anarchica, dicevo, mi induce, pur sempre entro miei limiti meschini, a rispettare determinati criteri di scelta, in questo caso, costretto all'antitesi tra cio' che sospetto giusto e cio' che so convenirmi, opto per il primo: Non comunico alcuna identita' del dimenticato guidatore d'auto colpevole di eccesso di velocita' e attendo le "legali" conseguenze amministrative.

Qualche mese piu' avanti infatti mi viene, questa volta non comodamente e non a domicilio, recapitato il plico con i documenti ufficiali per pagare un ulteriore odioso balzello: La pena per la mia " omerta' ". La cifra in questione e' dell'ordine del doppio della gia' esosa cifra del verbale a cui si riferisce: Sono quindi piu' colpevole di non mantenere redatto un registro di "attivita' autovettura", di mia spontanea volonta' per sopperire alla mia senile mancanza di memoria, che non di infrangere con criminale irresponsabilita' civile i "sacri" limiti di velocita'. Bene, me ne fregiero' spavaldo.
La "raccomandata" non mi viene recapitata a domicilio per motivi e dinamiche fuori dal mio controllo e dalla mia responsabilita', il timbro postale che accerta la data dell'avvenuta consegna al destinatario, viene cancellato in sede postale per essere corretto a mano (!?!) e postdatato di qualche giorno, se ricordo bene il postino non ci trovo' al nostro indirizzo infatti andammo a ritirare la missiva direttamente all'ufficio postale, dopo aver ricevuto la comunicazione di mancato recapito e l'invito a ritirare il documento ufficiale personalmente, presso l'ufficio preposto.
Comunque riluttanti e costretti, paghiamo, praticamente "obtorto collo" come dicono quelli che sanno cosa significa.
Per cavalleria omettero' che anche in questa circostanza Laura ha dovuto recriminare sul mio carattere e sulla mia persona, sempre nel (vano e disonesto) tentativo che evidentemente le e' fisiologicamente congeniale, di farmi sentire il solito maschio colpevole in quanto tale...si, omettero', magari la prossima volta, capitera' sicuramente.

Passano un paio d'anni, dei soliti, quasi ce ne dimentichiamo, impegnati cercando di far galleggiare qualche felice barchetta di carta (rubata alla vorace burocrazia) nel mare della banalita' quotidiana, almeno fino a quando, fradicia, non affonda a macerare.

Un pomeriggio di un altro autunno riceviamo una perentoria comunicazione da parte della SORIT (essepia ... comincio ? ... ok no.) che intima Laura di pagare "entro e non oltre" qualche decina di giorni, un'esosissima cifra in quanto titolare dell'auto in questione e rea di "non aver pagato barra pagato in ritardo" (non ho capito, e' la stessa cosa ?) la relativa contravvenzione come da verbale del ... secondo il regolamento ... come da accordi stipulati con la pubblica amministrazione ... codici, comma, rimandi, decreti del ... per informazioni chiamare il numero verde (???) burocratese a profusione (3 fogli A4, l'italiano scritto e quello orale sono 2 lingue diverse) firmata personalmente dal Dott. Maurizio Rambelli "Direttore Generale". Nientemeno.
Superato un mio primo momento di avversione cosmica, nel senso che ho rispettato un preciso "ordine" di comportamenti compulsivi, la proverbiale concretezza femminile di Laura ha saputo materializzare tutta la documentazione necessaria (non e' dato sapere da dove, ipotizzo una femminilissima stregoneria, di fatto il tavolo della sala ribolliva di documenti...) per tentare, se non una contestazione, almeno una fondata e documentata richiesta di chiarimenti, come ci veniva eventualmente proposto in caratteri miniati a tergo di uno dei fogli quasi indecifrabili che ci strappavamo di mano reciprocamente in un crescendo di ostilita' e accuse altrettanto reciproche: scene da un matrimonio.
Orbene, con una certa rassegnata e ostile alacrita' ci presentiamo all'ufficio per il pubblico della centrale dei vigili urbani di Lugo, dove, se avevamo ben inteso, potevamo sperare in una qualche spiegazione. C'e' l'usuale fila di esasperati e dietro al vetro (antisfondamento?) una giovane vigilessa dai modi urbani, appunto.
Le 2 ore adibite a questo servizio (2 giorni alla settimana se ricordo bene) stanno per finire, anzi siamo gia' fuori orario e ci sono altri che attendono dopo di noi, probabilmente la giovane ragazza ha fretta...
Vabbe', la faccio breve, comincio a stancarmi di correggere tutti gli errori che digito, nel giro di pochi minuti, una veloce verifica, una breve ricerca nell'archivio elettronico integrato (immagino avra' un nome del genere) un'occhiata al monitor che visualizza il documento scannerizzato e appare subito patente l'errore di conteggio dei giorni di presunta mora di cui siamo ingiustamente accusati: Esiste un modulo prestampato per "annullare" l'intera pratica (uh ?) o almeno e' quello che penso di aver capito, Laura l'ha firmato in duplice copia, una e' la nostra.
Bene questo era l'antefatto, adesso, se ne avessi ancora voglia, proverei a spiegarmi come mi ero riproposto inizialmente, sento di avere diverse questioni da discutere ma si e' fatto tardi, devo correggermi, imparare ad essere piu' concreto, mantenere a bada le mie derive idealistiche e utopistiche, sono ingenuita' giovanili che non mi si addicono piu', mio malgrado sono un uomo maturo, ho il dovere di occuparmi concretamente di cose serie: vado a fare qualche barchetta di carta, sto imparando, non mi vengono belle come quelle che mi fa Laura per insegnarmele, ma alcune per un po' galleggiano comunque.

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