E cosi' arrivo nella sala d'attesa, per trovarla subito avrei potuto seguire il mio naso, invece che cercare inutilmente di assecondare tutti quei cartelli idioti, comunque mi siedo con largo anticipo, e c'e' chi evidentemente e' stato + largo di me: e' quasi piena.
Dopo un po' arriva 'sta tipa che sembra si sia messa un camice bianco per sbaglio sopra una tenuta da ape della Milano bene, improbabilmente bionda e altrettanto giovanile, tacchi orecchini e trucco, nient'altro.
Un tipo protesta subito, aveva appuntamento per le nove, sono le novemmezza e non so da quanto fosse li':
"Si sono un po' in ritardo ma guardi che io vengo da Ravenna, non creda ..."
"uh? e io da Rimini" penso, nel senso che c'ero ieri, ma cosa c'entra ?
Presuntuoso e precipitoso ho gia' capito tutto, anche prima che parlasse, comunque vabbe' ormai sono qui, il ticket l'ho pagato, aspettiamo ...
Sentire chiamare pubblicamente il mio nome e cognome in pubblico mi da' sempre un po' fastidio, quindi mi alzo velocemente e mi infilo nel corridoio per riguadagnarmi tutto l'anonimato possibile, comodo e sicuro, per osservare e difendersi ci si deve mimetizzare.
Mi risiedo davanti a 'sto tavolino in alluminio e formica grigia con sopra un cassone di PC aggrovigliato a matasse di cavi improvvisate, consegno i fogli stropicciati che certificano la mia esistenza e il mio pagamento anticipato, a richiesta perentoria detto il mio numero di cellulare che viene nervosamente digitato e memorizzato nel cassone per non so bene quali motivi, mi fanno alcune domande alle cui risposte non sono minimamente interessate, si perche' sono in due, la "bionda sa usare il comp-i-uter", avra' fatto il corso di aggiornamento della provincia, della regione, del ministero checazzoneso, l'altra si atteggia a dietologa esperta, talmente tanto che non ha bisogno di sentire cosa le rispondo, mi pesa vestito, stima la tara dei vestiti (e ci prende, a onor del vero), altezza unoesettantacirca, mi parla da sola, l'altra interviene solo per dirmi "lei deve perdere almeno DIECI kili" ma e' abbastanza scocciata, ha fretta, riesco a contrattare facilmente al ribasso per " sette barra otto si vabbe' " evidentemente vuole fare presto, probabilmente e' gia' in ritardo anche per tornarci, a Ravenna.
Mantengo una certa calma apparente ma lo sfigmomanometro mi tradisce: 140su110 (ammesso che "la bionda" sappia usarlo con competenza anche a quella velocita') quindi la mia colpevolezza si aggrava, il foglio che esce dalla sprecata stampante multifunzione con l'adesivo del numero di cespite diligentemente incollato vicino al logo della marca costruttrice parla chiaro: obeso di livello 1, iperteso e altre aggravanti accessorie che non so interpretare a prima vista.
Sguardi di usuale commiserazione tra le due professioniste, "dice che e' passato da 93 a 88 in breve tempo con il *faidate*..." pronunciato con benevola tolleranza, probabilmente e' necessario questo passaparola perche' "la bionda" non puo' perdere tempo ad ascoltarmi direttamente, studia i miei fogli e non puo' distrarsi.
"Adesso e' fermo li' ma non vuole fare la dieta"
??? e quando l'ho detto ??? ho accennato al fatto che mi conosco anche pigro, so di avere poca autodisciplina, poco metodo e poca attitudine, per tacer della poca voglia che mi state facendo passare (l'ultima non l'ho detta ma temo si sia capita: il corpo, pur obeso di livello uno, e' anche un linguaggio)
Mi compilano un paio di fogli prestampati, visite, esami, procedure e date che dimentico immediatamente fuori dall'ambulatorio, praticamente cacciato, giustamente, per malcelata insubordinazione all'autorita'.
Una mattinata sprecata nel fastidio, quasi mezzogiorno, sole alto, questa giovane donna al volante mi sta riportando a casa, dovrebbe esserci ancora del pane toscano, i pomodori sono nell'orto, l'olio d'oliva e l'aceto di vino rosso sono nel solito sportello, dove teniamo anche il pepe, dicono che l'acqua pubblica e' buona che viene da Ridracoli ...poi sua madre preparera' un buon caffe' caldo e denso, come i suoi sentimenti nei miei confronti, steso sul divano mi misurero' la pressione con quella specie di orologio trendy che mi sono comprato, con calma buttero' giu' due righe in rete che ho voglia di scrivere di una roba che mi e' capitata, poi spero anche di poterla raccontare tra amici, magari a cena, che "a tavola non si invecchia", vediamo se e' vero: provo ad arrivare felicemente agli ottanta, sia di peso che di anni.
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